Subito dopo la visita guidata l’itinerario prevedeva il pranzo libero e quindi ognuno di noi ha organizzato autonomamente la pausa pranzo. Come da prenotazione, l’orario dell’ingresso al presepe vivente è stato perfettamente rispettato. Quest’anno però, a causa della pandemia, gli ingressi sono stati contingentati per gruppi di circa 35/40 persone per volta così da non creare assembramenti durante la visita.
Il presepe rappresenta una rievocazione cristiana del passato, è un’opera che affascina grandi e piccoli per la sua aurea magica; ma un presepe vivente accentua ancora di più questa caratteristica perchè permette di viverlo nella realtà, e la particolarità di viverlo in una location del genere crea ancora di più un’atmosfera unica. Le scene sono raffigurate da più di 80 figuranti che fanno rivivere i principali episodi della natività.
L’unico presepe in Italia e forse nel mondo che vede la rappresentazione della corte di Erode e la strage degli innocenti. Una nota quasi fuori contesto, un valido contraltare che serve a far risaltare il messaggio della venuta di Cristo sulla terra e che quindi faccia emergere ancora di più questo messaggio di amore e fratellanza.
In quasi tutti i presepi è presente il pastore “dormiente”, che forse passa inosservato per la sua scena “passiva”, ma esso ha un ruolo fondamentale. Proprio il pastore dormiente, ha la visione dal cielo di un angelo che gli anticipa la nascita del Redentore. Tutte le scene di questo presepe attirano l’attenzione dei visitatori, come la scena della veggente, che prevede il destino di Gesù, ma la scena cardine che emoziona tutti è la scena della nascita del Redentore e forse mai come in questo anno, tutti ci auguriamo che la nascita di Gesù sia una rinascita per noi tutti che abbiamo affrontato questi due lunghi anni di pandemia. Questa scena riaccende in tutti noi la speranza, il desiderio di tornare alla normalità.
All’uscita dal presepe tutti noi ci siamo raggruppati per far si che la partenza prevista fosse rispettata perfettamente. Ci siamo così sistemati sull’autobus per far rientro presso le nostre dimore, forse con una consapevolezza in più che questa splendida esperienza ci ha lasciato: La nascita del redentore rappresenta per noi un segno di speranza, di amore e di fratellanza e che mai come ora possiamo apprendere che per superare questo particolare periodo bisogna essere diversi, bisogna essere uniti…
Con l’auspicio che questa pandemia ci possa dare tempo e spazio per organizzare per voi tutti altre uscite fuori porta, ci rivediamo al prossimo viaggio insieme.
ANTONIO E VERONICA